19.12.2025
Birra e vino: il senso nascosto di un proverbio
Nelle Beizen della Svizzera tedesca, quando la serata si allunga e sul tavolo compaiono bicchieri diversi, qualcuno prima o poi lo dice.
In dialetto, con tono più complice che solenne:
"Bier uf Wii, das lass sii; Wii uf Bier, das raat i dir" ("Birra dopo il vino, meglio lasciar perdere; vino dopo la birra, te lo consiglio").
Il proverbio è noto, ripetuto, quasi automatico.
Ma è davvero chiaro cosa voglia dire?
Non parla di mal di testa, né di nausea, né di postumi.
Non minaccia conseguenze.
Eppure il messaggio c'è, ed è sorprendentemente concreto.
Il senso non sta nell'ordine "giusto" delle bevande, bensì nel comportamento di chi beve.
Dopo il vino, la birra appare più leggera, dissetante, innocua.
Proprio per questo se ne beve di più, più in fretta, abbassando la soglia di attenzione.
Il risultato è un'assunzione complessiva di alcol maggiore, spesso senza rendersene conto.
Il proverbio avverte: fermati prima di perdere la misura.
Il contrario, vino dopo la birra, è "consigliato" non perché sia salutare, ma perché il vino impone un ritmo più lento.
Si sorseggia, si accompagna al cibo, si consuma con maggiore attenzione.
In una cultura come quella svizzera tedesca, dove birra e vino convivono da secoli, la saggezza popolare ha imparato a leggere i gesti prima ancora degli effetti.
Non è chimica, dunque, ma esperienza.
È l'osservazione ripetuta di serate finite male quando si confonde la leggerezza con l'innocenza.
Come molti proverbi enogastronomici, anche questo non condanna il bere: invita a farlo con intelligenza.
Capirlo oggi richiede una spiegazione, perché il contesto è cambiato.
Ma il cuore del messaggio resta attuale: il piacere non sta nel mescolare senza criterio, bensì nel mantenere l'equilibrio.
E quando un proverbio sopravvive così a lungo, forse vale ancora la pena ascoltarlo.
Articolo a cura della Redazione.