11.12.2025
Lo jodel svizzero entra nel patrimonio UNESCO
In una svolta che unisce tradizione e identità culturale, lo jodel svizzero è stato inserito nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell'UNESCO, riconoscendo una pratica che accompagna la vita alpina da secoli e che oggi rappresenta un pilastro dell'immaginario elvetico.
Più di un semplice vocalizzo, lo jodel è un linguaggio sonoro costruito su rapidi passaggi tra voce di petto e falsetto, i celebri richiami "Ho-la-di-e-i-ti" che riecheggiano tra valli e pascoli.
Nato come mezzo di comunicazione tra pastori, si è evoluto in un'espressione artistica ricca e condivisa, interpretata in solitaria, in coro o con strumenti tradizionali.
La decisione dell'UNESCO, maturata durante la ventesima sessione del Comitato intergovernativo a Nuova Delhi, corona un percorso promosso dalla Confederazione Svizzera.
L'Ufficio federale della cultura ha coinvolto esperti e associazioni per definire strategie di tutela e trasmissione, confermando il valore della tradizione come patrimonio vivo.
Con oltre 12'000 jodler attivi e più di 700 gruppi, la pratica è profondamente radicata nel Paese e capace di unire regioni linguistiche diverse.
Dal folklore alle celebrazioni comunitarie, lo jodel anima feste e raduni, accompagnato da costumi che ne amplificano la forza scenica.
Il riconoscimento UNESCO ne sottolinea anche l'attualità: sempre più artisti lo integrano in generi contemporanei, dal pop alla sperimentazione, dimostrando che non è un retaggio immobile ma una tradizione in evoluzione.
Nel contesto alpino, musica, territorio e convivialità si intrecciano naturalmente: lo jodel scandisce feste di villaggio, incontri in baita e momenti di comunità dove trovano spazio anche sapori locali e vini di montagna.
Non un abbinamento forzato, dunque, ma parte di un'esperienza culturale che restituisce la Svizzera attraverso suoni, paesaggi e gesti di ospitalità.
Articolo a cura della Redazione.