05.11.2025
Sostegno alle microcantine svizzere
La Svizzera enologica si prepara a un cambiamento che interessa soprattutto le piccole cantine artigianali: il Consiglio federale ha approvato un pacchetto di misure volto a semplificare i controlli amministrativi, mantenendo comunque intatta la tracciabilità dell'uva dal vigneto alla bottiglia.
L'obiettivo è chiaro: valorizzare il lavoro dei microproduttori, spesso cuori pulsanti dei territori vitivinicoli, senza appesantirli con procedure pensate per realtà industriali.
Le microcantine lavorano in genere solo uve proprie, coltivate e selezionate direttamente dal produttore e vinificate in piccoli lotti.
Sono produzioni che raccontano la storia di un pendio esposto a sud, di una vendemmia tardiva o di un vitigno autoctono riscoperto.
Tuttavia, fino a oggi, queste realtà erano soggette agli stessi oneri burocratici delle aziende più grandi, con un impatto significativo sul tempo dedicato alla cura della vigna e alla qualità del vino.
La nuova impostazione prevede controlli proporzionati alla dimensione e al rischio: meno visite e procedure per chi opera in modo semplice e trasparente, più verifiche solo dove necessario.
Non si tratta quindi di un allentamento delle garanzie, ma di un riequilibrio che favorisce l'impegno artigianale senza compromettere la fiducia del consumatore.
Per gli appassionati e per il settore dell'enogastronomia, questa scelta potrebbe tradursi in un aumento di etichette autentiche, territoriali, capaci di esprimere micro-terroir e identità locali.
Sostenere chi produce poco ma bene significa preservare diversità, cultura e gusto; e forse, già dalle prossime stagioni, ritroveremo nei calici ancora più sfumature: aromi sottili, acidità vive, rotondità misurate.
Vini che non cercano di impressionare, ma di raccontare.
Un brindisi, dunque, alle piccole cantine: meno carte, più calici sinceri.
Articolo a cura della Redazione.