01.12.2025
Quercetina e identità dei vini svizzeri
Nei vigneti svizzeri, distesi su terrazze audaci e pendii che inseguono la luce, la quercetina sta diventando una chiave di lettura affascinante dell'identità territoriale.
Questo flavonolo nasce nelle bucce come risposta naturale alla radiazione solare e agli sbalzi termici, due elementi che caratterizzano molte zone vitate della Svizzera romanda e delle regioni alpine.
È una molecola silenziosa, ma capace di raccontare con precisione clima, esposizione e scelte agronomiche.
Durante la macerazione, la quercetina passa nel vino e contribuisce alla sua tessitura polifenolica.
Nei Pinot Noir del Vallese, nei Gamay o negli assemblaggi di Ginevra e nei rossi eleganti dei Grigioni, opera come un architetto invisibile: non profuma, non domina, ma sostiene struttura, densità e longevità.
Nelle annate più generose di luce la sua presenza può intensificarsi, specchio fedele delle condizioni della stagione.
Può però manifestarsi in una forma inattesa.
Quando i vini evolvono a lungo in bottiglia, la quercetina può cristallizzare in piccoli aghi dorati.
Sono del tutto innocui e non alterano aroma o gusto, ma possono sorprendere un consumatore che associa la limpidezza a un ideale estetico.
Per evitare la formazione dei cristalli di quercetina in bottiglia, molte cantine affinano con cura il proprio approccio: estrazioni più delicate, chiarifiche mirate, periodi di stabilizzazione naturale più lunghi prima dell'imbottigliamento.
Una precisione tecnica che non rinuncia all'espressività.
La quercetina è un frammento di paesaggio, un riflesso della luce alpina, una traccia del lavoro in vigna e delle decisioni che guidano ogni vendemmia.
Nei vini svizzeri di montagna diventa un segno distintivo, capace di raccontare un territorio che unisce rigore e luminosità, freschezza e intensità.
Osservarla significa leggere il vino con uno sguardo più profondo, con la consapevolezza che ogni calice è la somma di natura, altitudine e cultura.
Articolo a cura della Redazione.